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Oblivion

CONCEPT: Generare consapevolezza. Portare a un risveglio non solo fisico ma interiore.
SVILUPPO: La storia racconta il viaggio all’interno del corpo di un ragazzo, dalla testa, passando
per gli organi interni, fino allo stomaco. Il protagonista è un neurone che, staccandosi improvvisamente dal suo assone, intraprende un viaggio alla scoperta dei suoi sensi.
Il cervello è la sede della ragione, lì il neurone vive tutte le emozioni in maniera pragmatica e scientifica.
Scendendo all’interno del corpo, addentrandosi negli organi interni, quelli che prima per lui erano solo impulsi iniziano
a trasformarsi in sensazioni sempre più forti.
Il neurone non è altro che la coscienza del ragazzo, ciò che alla fine lo spinge a risvegliarsi.
 
 
DELIVERABLES: Spot radio di sensibilizzazione per le vittime della strada a cura del Dipartimento ministeriale
della Pubblica Sicurezza.
Questo farà parte di una campagna sociale multisoggetto inerente anche al tema delle droghe.
TESTO:
E così cadde al suolo, non era morto ma era come se lo fosse.
Qualcosa è cambiato, lo ha sentito. Proprio lì, nel cervello. I suoi sensi si assopiscono,
qualcosa si risveglia.
Sinapsi, impulsi elettrici, materia grigia, sogni, ricordi, desideri, disgusto, rabbia, tristezza, felicità. Buio.
Un neurone. Esiste. L’assone si è spezzato e ora fluttua senza meta. Si guarda intorno e vede come tutto ciò che da fuori
non scalfisce quella corazza, dentro scatena un universo.
Gli occhi chiusi.
L’orecchio. Il suono di voci che si scontrano e si dissolvono nell’aria.
Eccolo di nuovo, sempre più forte, sempre più vicino, è il cuore. Imperterrito continua a battere ma, certe volte,
sembra andare fuori tempo. Dicono sia colpa delle emozioni.
Il ragazzo ha imparato a farsele scivolare addosso, ma per il neurone sono impulsi
e a volte sembrano folgorarlo.
Di nuovo giù, fluttuando. Una leggera brezza quasi gli toglie il fiato. Si gonfia e poi il vuoto. Polmoni. Ne sente gli odori.
Un profumo può risvegliare anche i ricordi più nascosti e lui,
il neurone, lo sa bene, ne è il responsabile.
Il fluido si fa più torbido, quasi lo stordisce.
Amaro, forte, con un retrogusto di limone. Sì, è tequila e questo è il fegato.
Le serate in compagnia, le birre in casa da solo per smettere di pensare. Nel cervello
molti ricordi ne giustificano le ammaccature. Ogni parte del corpo, ogni organo è testimone
e prova di tutto ciò che si è vissuto. Più potente di ogni ricordo della mente.
Più si scende più quell’odore diventa forte.
Deve essere lo stomaco. Il gusto inconfondibile della pizza del venerdì sera con gli amici,
i suoi cibi preferiti. È tutto lì. Lo riassapora, lo rivive.
Non sono solo impulsi, non se li lascia scivolare addosso. 
E perché mai un ragazzo in grado di provare tutto questo ogni giorno, dovrebbe farlo?
Forse ha solo bisogno di un impulso elettrico, di quelli che il neurone avverte tutto il tempo.
È il momento di risalire.
Una scossa, gli occhi del ragazzo si riaprono ma sembrano diversi.
Non era morto ma fino a quel momento era come se lo fosse. Qualcosa è cambiato. Qualcosa si risveglia.
Docenti: Paolo Re - Vittorio Cosma
Studenti: Felicetta Guerriero - Federico Nava - Alessia Tamburino
Sound Engineer: Mirko Ori
Oblivion
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Oblivion

Aprile 2016 - Raccontare e sonorizzare una storia attraverso una colonna sonora.

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